Cosa succede dopo la diagnosi di celiachia?
Le reazioni sono tantissime e tutte diverse tra loro ma ci sono due macrogruppi a cui possiamo far riferimento.
1) La diagnosi arriva come un fulmine a ciel sereno, non si sa nulla di celiachia, non si conoscono le regole base, ci si sente spaventati e limitati.
2) La diagnosi arriva dopo un lungo periodo di indagini sui malesseri e viene accolta come una "liberazione": finalmente si conosce la causa dei propri mali ed è qualcosa di gestibile e meno grave di quello che si credeva.
In entrambi i casi però la celiachia porta con sé una rivoluzione delle proprie abitudini.
Se che i celiaci siamo noi, ma anche se i celiaci sono i nostri figli o parenti stretti, dobbiamo imparare cosa voglia dire vivere "senza glutine" e approcciarci a questa novità con la mente disponibile ad apprendere e pronta a cambiare.
Ovviamente chi vive la celiachia come una "liberazione" sarà più predisposto al cambiamento ma questo non vuol dire che non incontrerà situazioni difficili o non rischierà di fare degli errori.
Il primo consiglio che vi do è quello di fare più domande possibili al medico che vi segue o che segue figli e parenti.
Non abbiate paura: non esistono domande stupide o poco importanti.
Chiedete e richiedete se non siete sicuri al 100% di aver capito.
Cercate supporto in altri celiaci o in altre mamme di celiaci tramite forum e gruppi dedicati alla celiachia.
Parlare con chi vive la nostra stessa situazione ci fa sentire meno soli e ci dà la possibilità di confrontarci in modo sincero e aperto con chi si trova ad affrontare le nostre stesse cose.
Non sottovalutate MAI l'importanza di un supporto psicologico.
Affidarsi ad un professionista è fondamentale per aumentare la nostra consapevolezza, sentirci più sicuri, saper gestire i momenti di sconforto e insegnarci ad approcciarci al mondo anche quando ci sentiamo rifiutati.
Nella pratica invece bisogna apportare dei cambiamenti nei luoghi in cui viviamo e mangiamo.
Partendo dalla cucina di casa bisognerà creare una zona sicura e imparare ad evitare le contaminazioni.
Le cucine di casa sono un luogo promiscuo, in cui si cucina sia Gluten Free che tradizionale, e quindi è necessario conoscere le regole base per cucinare sia pasti senza glutine che con glutine nello stesso spazio.
Prima di tutto la sistemazione degli alimenti:
- dedicare ai prodotti Senza glutine uno scaffale esclusivo, in alto.
Questo renderà più semplice evitare di confondersi e per i bambini sarà facile riconoscere la zona "Gluten Free".
Si usano i ripiani alti per evitare la contaminazione con altri alimenti che possono cadere o volare (Ad esempio la farina con glutine o un alimento che rischia di sbriciolarsi).
- Pulire molto bene il forno e anche qui in caso di cottura promiscuo preferire il ripiano alto per le cose senza glutine e quello basso per i piatti tradizionali.
Non utilizzare la funzione "Ventilato" a meno che il forno non sia ad uso esclusivo dei cibi senza glutine.
Per quanto bene si possa pulire il forno, le briciole malefiche possono sempre infilarsi dove la nostra mano non arriva e svolazzare dove vogliono con l'attivazione della modalità "ventilato".
Acora più ovvio evitare questa funzione se si stanno cuocendo contemporaneamente pietanze con e senza glutine.
. strofinacci, barattoli del sale, spezie sfuse sono potenzialmente elementi di contaminazione.
Una mano infarinata che si pulisce sul grembiule può lasciare su quest'ultimo delle tracce che girano liberamente per la cucina.
Una mano che ha impastato qualcosa di tradizionale e poi prende il sale grosso per l'acqua della pasta lascia lì dentro delle tracce.
Stessa cosa vale per le spezie sfuse e tutto ciò che viene toccato in maniera automatica mentre si cucina.
Abituarsi non è semplice, lo so.
Bisogna fare attenzione a tutti quei passaggi che ci vengono naturali come fossero una danza.
Ma è importante analizzarli e capire se contengono del rischio.
. le pentole diverse e gli utensili diversi non sono necessari perché basta lavare con cura tutto quello che usiamo per eliminare ogni possibile contaminazione.
All'inizio però può essere utile usare qualcosa che si distingua per forma o per colore perché visivamente ci ricorda qual è il piatto senza glutine.
Due pentole con la pasta sul fuoco devono stare distanziate per evitare che l'una schizzi nell'altra e tutto sarà più semplice se quella per la pasta senza glutine è colorata e ha il suo cucchiaio dedicato dello stesso colore.
Sono piccoli trucchi per iniziare a prendere un'abitudine nuova.
- la leggenda sugli utensili di legno che trattengono il glutine è stata smentita parecchi anni fa dai tecnici del Ministero della salute.
Lavare accuratamente è la cosa da fare e il problema non si pone.
(questo ovviamente è valido per le cucine casalinghe! Nei ristoranti comunque il legno è bandito).
- Il pane senza glutine confezionato va scaldato se non si vuole avere l'impressione di mordere qualcosa di plasticoso.
Il tostapane è la soluzione migliore e deve essere utilizzato solo ed esclusivamente per il Gluten Free visto il contatto diretto del pane con lo strumento e le briciole che inevitabilmente restano attaccate a tutte le superfici.
L'ultimo consiglio che vi do è quello di non farvi prendere dal panico perché può essere il peggior nemico della sicurezza e anche il peggior nemico della conoscenza.
Evitare qualcosa a prescindere, solo perché non sappiamo come comportarci, ci porta a limitarci senza una vera ragione.
La limitazione porta a frustrazione.
La frustrazione porta alla non accettazione della malattia.
La non accettazione porta ad un malessere cronico che non ci permetterà di vivere serenamente.
Tutto chiaro?
Con affetto ma sempre senza glutine
V.
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