Un viaggio straordinario.
Vi giuro che ripartirei ORA!
Sono partita con tantissime aspettative e sono state tutte ripagate ampiamente.
Ma adesso partiamo dall'inizio.
Abbiamo deciso di partire perché dopo esserci sposati non abbiamo fatto un viaggio di nozze e volevamo regalarci qualche giorno in un posto completamente nuovo per entrambi.
Guardando i costi dei voli su Ryanair ho notato che i più convenienti erano quelli per Marrakesh e sembrava la meta perfetta. (€290 totali andata e ritorno per 2 persone)
Ho chiesto su Instagram informazioni sui posti dove alloggiare e un nome mi ha colpita subito: Riad Magellan Yoga & Spa.
Questo Riad è nel centro della Medina, nel suo cuore pulsante.

Guardo la mappa, guardo le foto e mi innamoro all'istante.
Prenoto: €250 per 3 notti mi sembra perfetto!
A questo punto siamo gasatissimi e non vediamo l'ora di partire.
Da brava celiaca di vecchia data ho seguito tutte le regole base per partire in sicurezza:
- studiare i piatti tipici locali per capire quali fossero naturalmente provi di glutine (per poi chiedere in loco attenzione alla contaminazione)
- scandagliare google alla ricerca di blog, forum e gruppi di viaggio per segnarmi sul mio taccuino tutti i nomi di locali attenti al Gluten Free
- individuare sulla mappa i supermercati più vicini
- scegliere qualche prodotto confezionato da portare con me per i momenti di fame tra un pasto e l'altro (ho portato biscotti e cracker)
La sera prima di partire abbiamo preparato gli zaini come bagaglio a mano ed avendo solo quelli è stata necessaria un po' di organizzazione e di tecnica.
Io ho portato uno zainetto Adidas piccolo ma capiente.
La temperatura su Marrakesh era di 14° al giorno e intorno ai 3° la notte (sempre guardare il meteo del luogo in cui si sta andando, soprattutto se si viaggia solo con il bagaglio a mano).
Ecco i miei fondamentali:
- Giacca pesante (levi's imbottita)
- due maglie termiche (Decathlon)
- 5 maglie a maniche lunghe
- 1 maglione più leggero
- 1 maglione spesso
- 2 Jeans
- 5 calzini
- 5 Slip
- Calze a compressione graduata per il volo
- 1 paio di collant
- 1 paio di scarpe
- 1 balaclava
- 1 sciarpa
Molte di queste cose le ho indossate per partire quindi non erano tutte nello zaino.
Fondamentali Beauty:
- Protezione 50+
- balsamo labbra
- crema per il viso (flaconcini prova da chiedere in farmacia)
- crema décolleté (flaconcini prova da chiedere in farmacia)
- maschera per le mani
- deodorante stick
- Mascara
Partiamo il Giovedì all'ora di pranzo e arriviamo a Marrakech nel tardo pomeriggio dopo 3 ore di volo.
Sappiate che questo è stato il volo più lungo che io abbia mai preso e nonostante la mia paura degli aerei sono riuscita a gestire la situazione molto bene grazie ad un po' di meditazione e al libro "I leoni di Sicilia" che mia tenuta attaccata alle pagine.
Arrivati in aeroporto ci aspettava il taxi che ci avrebbe portato al Riad.
In fase di prenotazione ho chiesto al Riad opzioni senza glutine per la colazione e hanno acconsentito con piacere e mi hanno chiesto se volevamo il transfer dall'aeroporto al Riad al costo di €20.
Ovviamente abbiamo acconsentito e ve lo consiglio vivamente perché arrivare in centro richiede una camminata molto molto lunga e se siete appena arrivati non è il massimo.
Il taxi ci lascia alle porte della Medina e veniamo accolti da un signore molto gentile che con un carretto ci accompagnerà al Riad.
Il carretto serve per i bagagli.
Appoggiamo gli zaini e lui parte alla velocità della luce infilandosi nelle vie della medina strapiene di gente, motorini, biciclette, rumori e profumi.
Non vi nego che questo impatto è stato forte.
Si viene totalmente catapultati in un mondo sconosciuto, diverso e vibrante e non si capisce dove si sta andando né quanto durerà il percorso.
Le lingue parlate sono marocchino e francese e l'inglese viene biascicato in modo strano.
Ci si fa l'abitudine e ci si finisce per capire ma all'inizio può essere complesso.
Per arrivare al Riad si fanno circa 100 metri all'interno di una sorta di labirinto e ci si trova di fronte ad una porta.
Si bussa e si entra in un luogo sospeso nel tempo in cui gli occhi si riempiranno di bellezza e il naso di spezie e incenso.
Appena arrivati ci accoglie Idriss con un delizioso tè alla menta e ci rilassiamo di fronte alla piscina.
Saliamo nella nostra camera e scopriamo che non esiste una chiave per chiuderla ma solo un chiavistello.
Questa cosa che inizialmente ci lascia perplessi ci farà invece scoprire la bellezza della fiducia nel prossimo.
La camera è semplice ma arredata con gusto e il bagno ha uno splendido lavandino dorato.


Sistemiamo gli zaini e usciamo subito per le vie della medina alla ricerca di un ristorante in cui mangiare.
Nelle mie ricerche ho trovato il "Nomad" che è a due passi dal Riad e si presenta come un ambiente curato e intimo.
Nei ristoranti a Marrakech si mangia in tavoli molto ravvicinati quindi avrete sempre l'impressione di essere ad una pranzo o a una cena di gruppo :)
Sul menù sono segnalati i piatti vegetariani, Vegan e Senza Glutine e anche dopo la mia richiesta di attenzione il personale si è dimostrato attento e gentile.
Abbiamo ordinato un'insalata di lenticchie e una di cavolfiore, melograno e fragole.
Deliziose!

Non è sempre consigliato mangiare frutta e verdura fresche in Marocco poiché vengono ovviamente lavate con l'acqua corrente del posto.
Ho chiesto questo tipo di piatti solo in locali molto curati e più turistici ed effettivamente non ho mai avuto nessun tipo di disturbo.
In ogni caso troverete anche opzioni cotte e calde quindi non scoraggiatevi ma anzi provate ad assaggiare sapori nuovi.
L'acqua verrà sempre servita in bottiglie chiuse.
Dopo cena siamo stati a passeggio per la Medina e poi vista la stanchezza ci siamo catapultati nel letto del nostro Riad ma non prima di esserci lavati i denti con l'acqua in bottiglia che era stata appositamente lasciata nella nostra camera.
Ricordatevelo sempre: solo acqua in bottiglia per lavarvi i denti e bocca chiusa nella doccia.
PRIMO GIORNO
La mattina dopo il tempo non era dei migliori e una pioggia costante ci ha fatto compagnia per tutta la giornata.
Le vie della Medina sono per lo più coperte quindi abbiamo passeggiato perdendoci nei suoi mille intrecci.


I negozi e le bancarelle dei Souk sono semplicemente straordinarie.
Troverete oggetti d'arredamento, accessori, scarpe, cibo, spezie, profumi, tappeti e chi più ne ha più ne metta.
La costante sono questi cartelli dipinti a mano, le lampade e gli specchi dorati, le teiere e i bicchieri da tè, le scarpe fatte a mano.
C'è una regola ferrea da seguire se si vuole fare shopping: bisogna contrattare.
È quasi un'offesa non prendere parte a questo gioco fra le parti quindi partite dal vostro prezzo più basso e giocate al rialzo fino ad arrivare ad un'accordo.
Posso dire di essere diventata la regina della contrattazione e di aver donato e ricevuto tantissimi sorrisi.
Prima tappa: Le Jardin Secret.
Un giardino tradizionale islamico riportato recentemente al suo originario splendore.
Si tratta di un antico Riad appartenuto al capo locale che fu avvelenato.
Nel giardino ci sono due zone: una tipica araba e una dedicata alle piante esotiche, si possono visitare mostre con la storia del restauro, mostre di artisti contemporanei, prendere un caffè sulla terrazza e visitare la torre da cui guardare tutta la Medina dall'alto.


Ci siamo poi diretti al Musée De Marrakech: un tempo residenza del ministro della difesa, poi usurpato e poi trasformato in scuola oggi è un meraviglioso museo che racconta la storia di questo paese.
Rimarrete minuti imbambolati nel salone centrale dove sono raccolte ceramiche decorative di Fès, passeggerete per le antiche cucine e vi troverete in quello che una volta era un Hammam.

Terza tappa a pochi passi dal Museo: Medersa di Ali ben Youssef.
Una scuola teologica fondata nel XIV secolo dai Merenidi ma resa un capolavoro dell'arte decorativa dai Saaditi.
È stato il centro di studi coranici più grande di tutto il Nord Africa.
Sull'entrata si trova un'iscrizione che recita "O tu che varchi la mia porta , possano le tue speranze più alte essere realizzate" e dà il via ad un susseguirsi di cedro scolpito, legno traforato, mosaici di piastrelle, armate ornate di stucchi.
Le piccole stanze che si susseguono sono gli alloggi degli studenti e possono causare una leggera claustrofobia.
In fondo al cortile potrete anche ammirare una nostra eccellenza: una nicchia in direzione della Mecca costruita in Marmo di Carrara.

Usciamo con gli occhi pieni di meraviglia e torniamo verso la zona dei souk.
Durante questa passeggiata tante persone hanno iniziato a dirci che era il giorno di un mercato speciale: i berberi scendono dalle montagne e lavorano in un piazza.
Io ho capito questo ma la realtà è stata molto diversa.
Con la mia famosa ingenuità mi sono affiancata ad un ragazzo che ci ha detto di essere berbero e che stava andando in questo mercato che dovevamo assolutamente vedere.
Lo seguiamo per parecchi minuti in vie meno trafficate fino ad arrivare ad una zona un po' fuori dal centro.
Iniziavo ad avercela con me stessa per essermi accodata e per non saper parlare francese e proprio mentre mi rivolgo qualche insulto tra me e me il ragazzo ci affida ad un'altro uomo che senza dire granché ci introduce in una zona all'interno delle mura.
Le concerie.
Ho trattenuto lo svenimento che mi stava per cogliere e la voglia di piangere data dall'odore acre e nauseabondo.
Ormai in quella situazione c'eravamo dentro fino al collo e non volevo offendere nessuno facendo facce strane o guardando tutto con gli occhi lucidi.
Ci hanno fornito due rametti di menta e li abbiamo tenuti sotto al naso tutto il tempo.
Da lì siamo stati portati in un negozio dove un signore super gentile ci ha spiegato ogni cosa sui prodotti che vendeva.
Insomma: abbiamo comprato un tappeto e un paio di ciabattine per evitare di offendere anche lui e uscire a mani vuote.
Fuori dal negozio ci attendeva il secondo ragazzo e ci ha detto che il suo tour costava 200 dirham (20€).
Con la consapevolezza di essere finiti in un gioco non condotto da noi abbiamo pagato e ci siamo allontanati.
Abbiamo ragionato molto su questa cosa e alla fine siamo arrivati alla conclusione che non esistono colpe da nessuna delle due parti.
È un gioco ben consolidato e noi ci siamo finiti dentro, abbiamo pagato per un tour non richiesto ma il ragazzo ci ha intrattenuto e il tempo ha un valore (anche se non era stato concordato precedentemente).
Ci siamo fatti una risata e ci siamo portati a casa un'esperienza in più.
Vi diranno ogni giorno che c'è un mercato speciale: ora sapete come funziona.
Arriva il momento di mangiare e di riprenderci da questo tour de force.
Scegliamo un piccolo ristorante a conduzione giovane e famigliare a due passi dal Musée de Marrakech.
Si chiama "Atay Cafe" ed è una chicca di gusto.

Abbiamo mangiato al primo piano ma si può anche godere di una vista pazzesca mangiando sulla terrazza.

Ho fatto tutte le mie raccomandazioni e i ragazzi mi hanno rassicurata elencando tutti gli ingredienti dei piatti scelti e confermandomi l'attenzione in cucina.
Insalata di avocado e pomodoro per me e Tajin di Pollo per Sebastian.
Seba ha detto che è stata la migliore tajin di tutta la vacanza!
A questo punto una sosta nel nostro Riad con un bel tè alla menta era doverosa.
Ci riposiamo e siamo pronti per ripartire.
Decidiamo di andare verso il Palais De Bahia ma scopriamo che chiude alle 17.30.
Sono le 16.45 e dobbiamo cambiare il nostro piano.
Tornando verso i Souk ci troviamo di fronte al Museo dell'arte culinaria Marocchina e io mi precipito all'interno.
Mi si apre un mondo!


Videoricette, attrezzi, ciotole, ingredienti conservati, teiere, spezie, mise en place, spiegazioni e ingredienti di ogni tipo!
In questa struttura vengono organizzate anche cooking class e credo ci sia anche un ristorante.
Insomma mi sono persa tra i corridoi e ho cercato di imparare il più possibile.
Mi sono soffermata su un dolce tipico delle feste e del Ramadan: i Chebakia.
Appena tornata mi sono messa all'opera e l'ho ricreato in versione Gluten Free.
Il video è già online sul mio profilo Instagram quindi non potete perdervelo.
Usciamo e ci troviamo di fronte ad uno dei più famosi Hammam quindi entriamo perché sulla porta c'è scritto "visita gratuita".
La realtà è che al massimo ti puoi affacciare agli spogliatoi e Seba si è trovato vestito di tutto punto in uno spogliatoio pieno di uomini nudi.
Ci addentriamo nei souk e scegliamo la zona dedicata allo street food per vedere dal vivo tutto quello che abbiamo imparato al museo.


Ovviamente lo street food qui è totalmente inadatto a chi è Celiac*.
Ma questo non deve impedirci di rimanere affascinati dall'arte culinaria locale e dalle sue particolarità.
Ho imparato ad assaggiare con occhi e naso e fare mie quelle tecniche che vedo mettere in atto da mani agili e veloci.
Il pensiero che mi domina è quello di imparare il più possibile per poi trasformare tutti quello che vedo in una versione senza glutine.
A questo punto sono le 19 quindi ci dirigiamo verso il nostro Riad per cambiarci e scegliere dove andare a cena.
Tra i nomi che mi ero segnata c'è lo Zeitoun Cafè che si trova proprio nella piazza principale.
Place Jemaa el-Fna è il cuore pulsante e circense della città, la parte turistica per eccellenza.
Non è stato uno dei miei posti preferiti ma vederla è necessario.
Banchi di frutta e verdura, venditori ambulanti di qualsiasi cosa, incantatori di serpenti e giocolieri.
ATTENZIONE: ci sono persone con piccole scimmie che proveranno a mettervela addosso per poi scattarvi una foto.
Oltre ad essere una cosa per me terribile ha anche un costo elevato per la media delle scenografie di questa piazza.
Io prima di arrivare lì cercavo di individuarle e girare più al largo possibile.
Fate scorta di monetine in modo da poterle dare a chi vorrete e a chi vi offrirà lo spettacolo che ritenete più interessante.
La sera questa piazza si riempie di musica e balli e lo Zeitoun Cafè è il luogo ideale per poterli osservare.
Ceniamo sulla terrazza che ha il soffitto pieno di piccole lampade tipiche che irradiano l'ambiente di colori e luce calda.
Sul menù sono segnalati i piatti senza glutine e il personale è stato rassicurante.
Scegliamo due tajin: una di verdura e una di pollo.
Buonissime!

